Jiu Jitsu: lo stretching
di Emanuele Fellico
3 Aprile 2020
descritta come la capacità del complesso muscolo-tendineo di eseguire movimenti di grande ampiezza, sia volontariamente sia in presenza di forze esterne.
Jiu Jitsu: lo stretching

- Marco Sberla
- 3 Aprile 2020
Alla base dell’economicità di qualsiasi gesto atletico vi è la fluidità.
Non esiste attacco o difesa, proiezione o tirata in guardia che non sfrutti le caratteristiche di allungamento e contrazione della muscolatura. La forza di quest’ultima è proporzionale alla sua elasticità.
Di conseguenza, ogni muscolo rigido è un muscolo debole.
In letteratura possono essere trovati innumerevoli studi sull’ allungamento e le sue tipologie. Non ci interessa esaminarli in questa sede, bisogna però sottolineare la differenza fra la mobilità articolare attiva e passiva.
La mobilità articolare attiva è la massima escursione di movimento per la contrazione dei muscoli agonisti e per il contemporaneo allungamento dei muscoli antagonisti.
Si definisce mobilità articolare passiva, invece, la massima escursione del movimento che un atleta può raggiungere in presenza di forze esterne ed è basata sulla massima capacità di rilassamento dei muscoli antagonisti.
1. Perché allenare la mobilità articolare
Anni di allenamento pesante (sotto il profilo del carico e del volume) possono costituire un "imballaggio" delle nostre strutture locomotorie, ovvero ossa e muscoli. In base alla morfologia del proprio corpo e allo stile di combattimento, avremo diverse rigidità muscolari da risolvere in maniera ragionata e individualizzata.
Passare una lotta in mezza guardia o in guardia chiusa, comporta un diverso utilizzo dei vari gruppi muscolari e delle loro combinazioni.
In questo modo le azioni motorie determinano lo stretching, che non può essere
sempre uguale.
La complessità del Jiu Jitsu e l’imprevedibilità delle tecniche rendono inadeguate le esercitazioni non costruite in base alla seduta svolta.
Vediamo adesso, quali benefici può portare lo sviluppo della mobilità articolare. Possiamo distinguere i vantaggi in:
A) Generali:
- Prevenzione di alcuni traumi e di lesioni;
- Prevenzione degli squilibri muscolari;
- Ottimizzazione della capacità di ristabilimento;
- Relax psico-fisico;
- Atteggiamento positivo verso l’allenamento;
B) Sport – specifici:
- Miglioramento delle principali forme di sollecitazione motoria di tipo organico-muscolare;
- Miglioramento della fluidità, dell’armonia e dell’espressività del movimento;
- Ampliamento gamma delle tecniche motorie specifiche;
- Accelerazione del processo di apprendimento motorio;
Dunque, uno sviluppo inadeguato della mobilità articolare rappresenta un ostacolo per un ulteriore miglioramento tecnico coordinativo specifico ed aumenta il rischio di infortuni. Bisognerebbe ascoltare il proprio corpo, i fastidi cronici sono campanelli d’allarme importanti; ci guidano attraverso il miglioramento.
Avere cura dei propri muscoli ci permette di imparare meglio qualsiasi tecnica o posizione.
2. Linee guida pratiche proposte:
Si consiglia lo stretching tre volte a settimana.
- Qualsiasi esercizio scegliate, utilizzate almeno 4 ripetizioni per serie;
- Il lavoro ha la durata di 10 ’’ - 20 ’’ ed il recupero di 10’’ - 15’’;
- Movimenti lenti;
- Ampiezza gradualmente crescente;
- Regime di lavoro muscolare eccentrico;
- Espirazione lenta e profonda;
L’ allungamento va selezionato in base alla sua funzione:
- Aumento capacità di recupero: preferibilmente dopo l’allenamento;
- Guadagno in "elasticità": prima fase dell’ allenamento;
- Sensazione di benessere: in assenza di patologie che ne vietino l’utilizzo;
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